Così... pour parler

… LIBERTA’…

Cosa è la libertà per voi, che per caso, navigando in internet, avete digitato l'espressione " Così ... pour parler" su un qualsiasi motore di ricerca?

Questo non vuole essere un blog su una determinata tematica o un argomento specifico, ma solo uno spazio aperto alle parole e alle idee di tutti. Così, da un pensiero o un’idea balenata alla mente si inizia a scrivere di diversi argomenti in piena libertà…

perche´ la liberta´, se data, si trova in ogni cosa... e ci permette di essere noi stessi.


Non sono solo ira e dolore…

forza io sono di pietra pensosa, allegria di mani insieme allacciate. Infine, sono libero entro gli esseri.

E tra gli esseri, come l’aria vivo, e dalla solitudine assediata esco verso il folto delle battaglie a conquistare gioie indomabili.

Pablo Neruda


domenica 29 gennaio 2012

DIARIO DI VIAGGIO - NICARAGUA - SAN RAFAEL DEL NORTE

Hola a todos,

Que tal? Ops !! Come state? Scusate ma sul mio computer leggo le 12.20, questo significa però che qui sono le 5.20 ed in realtà per il jet lag sono sveglia già da molto. Il gallo mi ha svegliato, non quello però della casa, che ieri per il compleanno di una ragazza che vive qui lo hanno ucciso. Brrr!! Per fortuna che riesco a mangiare quasi tutto e non sono schizzinosa!! Ieri il mio primo pranzo e la mia prima cena: riso e pollo e riso e pollo!!! J Per adesso non è tanto vario, però una cosa l’ho provata: la banana fritta. Penserete al sol pensiero che è una cosa non digeribile ed invece no. Sembrano delle patatine crick crock, fine e leggere.
Qui la gente si sveglia molto presto e  la casa dove vivo è  un po’ di tutti,  hay “gente que va y viene de todas parte”. Per ora però sono rintanata nella mia stanza. Ah ecco la mia stanza… vorrei mandarvi delle foto per farvi vedere la mia piccola tana. Se ero abituata ultimamente a dormire in un letto matrimoniale sempre pulito e profumato in una stanza accogliente e con ogni comfort, qui non è proprio così. Quando l’altra sera sono arrivata mezza stordita nel villaggio non si vedeva nulla e l’unica cosa che ho fatto è stata quella di entrare nella mia stanza… ero troppo stanca, però  il primo pensiero che ho avuto è stato: “ma io non ce la farò a rimanere qui per più di due mesi”. In effetti la casa non ha nulla, un grande spazio che sembra sia un salone con un grande frigorifero e delle sedie; poi una stanza di una famiglia dove dormono almeno quattro – cinque persone. Poi si va all'esterno e c'è un patio dove si può mangiare all’aria aperta. Qui si trova il bagno di tutti: water, un lavandino da barbie ed una doccia che solo a vederla rabbrividisce, non solo perchè l'acqua è gelata. 
Vicino al bagno la mia stanza umida come tutte le case di qui che sono costruite su un terreno pieno d’acqua… si respira umidità dappertutto; nell’aria, nei vestiti, nelle case…
 Vi sto scrivendo con una bandana in testa perché mi sono svegliata con un mal di testa fortissimo. Dove ero rimasta?? Ah si la mia stanza: c’è un letto, un comodino, un attaccapanni  ed un armadio senza ante, ne stampelle, ma solo con un ripiano.  La stanza è pulita, le lenzuola anche e profumano di bucato e questo mi basta per  addormentarmi.  Comunque già mi sono ambientata a questa piccola tana, forse perché so che quando chiudo il chiavistello dietro di me, posso stare un po’ sola ad ascoltare musica, scrivere, leggere e chiudere gli occhi per un attimo per riposarmi dalle mille sensazioni, incontri a cui sono esposta tutta la giornata.

Non è così facile arrivare in un villaggio. E’ proprio come quando si arriva in qualche piccolo paesino d’Italia di pochi abitanti, dove gli anziani sono seduti sulle loro sedie o in piazza a chiacchierare e passando ti guardano come per dire : “ E chi è questa?? Una turista… Sicuramente  non è di qua”. 
Qui ancora di più visto che sono biondina ed ho una pelle chiara quando la maggior parte delle donne (non tutte però… ) hanno la pelle morena ed i capelli scuri. La gente ti guarda quasi come un’aliena, i ragazzi fanno qualche stupido commento (loro non cambiano mai). Per fortuna però è solo l'impatto  perché al contrario sono tutti molto cordiali e gentili. Basta fermarsi a parlare e ti sorridono. 
La vita che si vive qui è quella di un tipico villaggio di campagna con la sola differenza che il paese è molto più povero. Ci si sveglia presto per lavorare nei campi, si sentono i galli cantare, il rumore degli zoccoli dei cavalli e degli asini e le grida dei bimbi. Eh si... perché qui i bambini nascono così come i fiori. I ragazzi  si sposano presto a 15 -16 anni e la famiglia inizia a crescere da subito; ogni coppia ha almeno tre figli se non di più, sotto il tre però non si scende. 
Così qui sono io che risulto diversa: 28 anni, senza figli, né marito…

Ieri è stato un bel primo giorno. Mi sono svegliata con una voglia di piangere e molta nostalgia. Fa strano aprire gli occhi e trovarsi sotto un altro tetto, così distanti, non solo fisicamente, ma anche nel tempo da casa. Questo fusorario non mi piace proprio, aumenta la distanza ancora di più. Per fortuna la signora Ana che si occupa di preparare la comida (colazione , pranzo e cena) è molto gentile e mi ha accolto in modo molto affettuoso.  Ha bussato alla mia porta per dirmi che era pronta la colazione, che non ho mangiato perché lo stomaco proprio non ne voleva sapere di aprirsi, ma i bambini erano già tutti svegli nella casa e appena mi hanno visto mi hanno abbracciato per salutarmi attaccandosi alle mie gambe. Ecco in quel preciso momento ho sorriso ed ho pensato che i bambini e le parole confortanti delle persone valgono più di qualsiasi cosa e ti ripagano sempre. Così se per un momento avevo pensato al perché  di questa mia decisione di venire qui, con il gesto dei bambini quel pensiero si è allontanato dalla mia mente.


Dovrò comunque abituarmi perché la vita è differente e i ritmi sono molto molto più lenti. Sicuramente servirà a calmare un po’ la vita frenetica e sempre di corsa che vivo a Roma. Cercherò una calma ed un equilibrio interiore.

Comincia ad intravedersi il sole questo significa che è già più di un’ora che scrivo e quanto ho scritto. Non vorrei dilungarmi, ma queste sono le mie prime impressioni solo per il primo giorno e vi ho raccontato solo la minima parte. Conoscendo così tante persone e parlandoci un po’ non sapete quante cose raccontano. Si potrebbe veramente scrivere un libro. Ieri per esempio ho visto la clinica dove lavorerò ed aiuterò questa ong. Ancora non so di preciso che faremo, intanto organizzeremo tutto per l'arrivo di un’equipe medica spagnola che curerà ed opererà la gente del villaggio. Rimarranno quindici giorni.

Oltre la clinica, ieri pomeriggio sono andata ad un funerale di una signora molto amata qui nel villaggio. La mia amica Carmen, una ragazza che lavora nella clinica con me voleva andare e l'ho accompagnata. Qui la maggior parte della gente è cattolica ed è molto credente. Ero anche curiosa di vedere un funerale. Già tre ore prima una macchina in giro per il villaggio con un megafono aveva cominciato a diffondere il messaggio d’invito ad andare in chiesa con un sottofondo di musica. Il funerale, in una chiesa molto colorata tra il verde ed il celeste, è stato sempre accompagnato da cori e musica. E’ interessante vedere un funerale e non ha nessun effetto macabro, al contrario si apprendono tante altre cose della cultura di un popolo.


Una giornata piena finita con un compleanno e musica di discoteca a tutto volume per far ballare i bambini. Dopo una cena con un po’ di gente del villaggio che un po’ sembrava un interrogatorio alla sottoscritta, sono rientrata nella mia camera e con una musica tranquilla di Einaudi  nelle orecchie sono crollata nel mio letto.

E’ veramente solo una minima parte di quello che potrei raccontarvi.

Adesso però mi alzo dal letto, sono le 7.




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