Così... pour parler

… LIBERTA’…

Cosa è la libertà per voi, che per caso, navigando in internet, avete digitato l'espressione " Così ... pour parler" su un qualsiasi motore di ricerca?

Questo non vuole essere un blog su una determinata tematica o un argomento specifico, ma solo uno spazio aperto alle parole e alle idee di tutti. Così, da un pensiero o un’idea balenata alla mente si inizia a scrivere di diversi argomenti in piena libertà…

perche´ la liberta´, se data, si trova in ogni cosa... e ci permette di essere noi stessi.


Non sono solo ira e dolore…

forza io sono di pietra pensosa, allegria di mani insieme allacciate. Infine, sono libero entro gli esseri.

E tra gli esseri, come l’aria vivo, e dalla solitudine assediata esco verso il folto delle battaglie a conquistare gioie indomabili.

Pablo Neruda


martedì 24 luglio 2012

DIARIO DE VIAJE. PARTE VI... BRIGADAS MEDICAS

Non avrei mai pensato prima del viaggio in Nicaragua di conoscere tanti medici e di collaborare così a stretto contatto con le famose "brigade mediche". A dir la verità conoscevo "medecins sans frontières", ma non sapevo che i gruppi di medici volontari venissero chiamati in questo modo.In questo viaggio ho conosciuto due mondi, quello nicaraguense e quello delle "brigade mediche" composte da dottori e volontari che per un periodo di tempo decidono di lasciare la loro vita ed i loro impegni quotidiani per immergersi in una realtà completamente differente fornendo cure ed assistenza alla gente del luogo.
Provengono da paesi e città differenti: spagnoli di Cordoba, Malaga, Bilbao, Jaen, Almeria, nord americani di Chicago ed italiani di Sarno, Napoli, Battipaglia, Angri, Ercolano... insomma a San Rafael ci ho trovato tutto il mondo.
I loro compiti sono tanti e diversi: ci sono brigade mediche specializzate in operazioni chirurgiche di vene varicose ed ulcere - in questo caso il bacino d'utenza sono soprattutto signore dai cinquant'anni in su - dottori che cercano di ridonare un sorriso ai bambini affetti da labbro leporino attraverso la chirurigia plastica ed altri specializzati in dermatologia, pneumologia, odontoiatria ed oculistica che si prestano a far visite a bambini, adulti e persone anziane prescrivendo cure e distribuendo farmaci che per loro sarebbe caro comprare.

Oltre al loro grande aiuto sempre portano casse e casse di farmaci che nei mesi precedenti raccolgono con l'aiuto dei loro pazienti che li donano o attraverso case farmaceutiche e rappresentanti. Questo è un grande apporto per la clinica perchè i medicinali restanti vengono lasciati nella farmacia del centro, ma soprattutto perchè sotto prescrizione medica, vengono distribuiti direttamente ed a titolo gratuito ai pazienti. Nonostante la farmacia della Clinica Nazareth abbia prezzi piu' accesibili rispetto alle altre farmacie di San Rafael,ci sono comunque persone che per scarse risorse economiche non riescono neanche a comprare i medicinali disponibili nella clinica. Ecco perchè le visite e la distribuzione di farmaci da parte delle brigare mediche e'un contributo prezioso per la gente di San Rafael e delle comunità limitrofe.
Della brigada medica spagnola, chiamata da me "la mia famiglia spagnola", vi ho gia' parlato in uno dei miei racconti. Il lavoro in team fino a tarda sera, assistere ad operazioni chirurgiche, e giornate passate con la radiologa ad esaminare reni, fegato, cisti, calcoli, ma anche a vedere un piccolo feto muoversi e prendere forma nell'utero della sua mamma. Vedere una vita che nasce e' sempre qualcosa di meraviglioso. Tanto lavoro, ma tutto sempre ripagato con soddisfazione e con i sorrisi delle persone contente di avere la possibilita' di curarsi e di subire operazioni che in Italia, in Europa e nel resto del mondo tecnologicamente avanzato e sviluppato nella ricerca medica non si farebbero neanche, per il solo motivo che non ci sarebbe ragione di farle.Le condizioni di vita, lavoro ed igiene qui sono diverse e questo porta al verificarsi di malattie e casi da noi ormai desueti. Lavorare invece con la brigata medica nord americana e' stato diverso, ma alla fine altrettanto piacevole.Il lavoro in questo caso non era a San Rafael, ma nella prima città che si trova in questa zona, Jinotega.La clinica non aveva ancora tutto il materiale e le apparecchiature per il tipo di operazioni che dovevano realizzare questi dottori, specializzati in chirurgia plastica.Arrivarono essenzialmente per curare bambini, ma alla fine operarono anche persone adulte. In questi casi non si e'mai troppo rigorosi e si cerca di aiutare e fare il possibile, superando momenti di grande stanchezza.La differenza sta nel fatto che i medici vengono una volta all'anno solo per una o due settimane e si trovano al loro arrivo il lavoro di un anno intero che li aspetta. Ecco perché non fanno distinzione e lavorano ore ed ore solo con soste per pranzare e cenare. Risulta evidente che non ci si può rifiutare di operare una persona quando e' un anno intero che aspetta questo momento. Noi ci lamentiamo dei nostri tempi di attesa,qui invece la gente non può neanche lamentarsi; se non rientra nella lunga lista di ogni giorno deve per forza aspettare l'anno successivo. Ecco perché questi dottori incanalano tutte le loro energie nel loro lavoro senza perdere nessun momento prezioso. La loro missione può essere soprannominata "operazione sorriso" perché attraverso la chirurgia plastica ed estetica cercano di guarire bambini con labbro leporino e palato aperto, ma anche con malformazioni al naso,dita delle mani e piedi. Parlo soprattutto di bambini perché sono quelli che maggiormente si presentano in ospedale considerando che questo tipo di malformazione colpisce dalla nascita. A volte pero' per negligenza dei genitori, per impossibilita' di pagarsi i trasporti per giungere in ospedale, o per le lunghe liste d'attesa ci troviamo davanti anche ragazzi di età superiore ai 10 anni. Dopo averli visti per la prima volta quella mattina tutti sistemati alla meno peggio nei lettini lungo il corridoio dell'ospedale, ho capito che disagio possano provare ogni giorno a convivere con questa malattia che non e'solo un malessere fisico, ma anche estetico. Vi assicuro che aspettare un anno intero per questo delicato tipo di operazioni non e'facile. Significa accettarsi e farsi accettare, cercando di vivere quotidianamente come se nulla fosse. Chiedere ad un bambino di soli due, tre o quattro anni di fare questo e' una richiesta non da poco. Conosce appena il mondo e già deve affrontarlo come fosse un adulto.Imparerà sicuramente a crescere in fretta, ma in queste realtà si cresce in fretta anche senza avere una malattia di questo tipo, questa condizione e' solo un aggravante. Questi bambini vivono in condizioni disagiate e devono lottare e far sacrifici per potersi garantire un futuro e sono anche costretti anche a far fronte ad una malattia come questa. Non c'è giustizia a volte. Solo a pensarci mi viene il mal di stomaco. Per alleviare questo senso di impotenza nei confronti di questi poveri bimbe e delle loro vite, si cerca di aiutare, di cooperare tutti insieme, come una squadra unita per lo stesso obiettivo. I dottori svolgono un grande ed ottimo lavoro e senza di loro non avrei visto risplendere nessun nuovo sorriso sul viso di quei bimbi dagli occhioni neri profondi;ma in queste situazioni l'aiuto di ogni singola persona e' fondamentale. Tutto diventa una catena di lavoro: il lavoro delle infermiere che assistono genitori e bambini prima e dopo le operazioni, dei volontari che collaborano in qualsiasi aiuto sia necessario. Nel mio caso ho aiutato a compilare cartelle cliniche e a far da mediatore linguistico tra i medici e gli infermieri americani e i dottori ed il personale medico nicaraguense, nonche' con le persone del luogo. I lavori manuali sono anche questi molto utili e spesso abbiamo distribuito pranzi a bambini e genitori. Pensate che in questi ospedali non viene servito il pranzo ai pazienti. Se si e' fortunati la famiglia in visita lo porta, altrimenti mi e' capitato di vedere bambini e genitori provenienti da zone lontane, rimanere senza cibo. Quello che non deve mancare mai oltre al lavoro pratico e' fermarsi a parlare con i genitori, a giocare con qualche bimbo per strappargli un sorriso su quel viso che presto ne avrà uno vero. Le parole di conforto ed una risata di n bambino hanno un valore inestimabile e ripagano del lavoro e della fatica accumulata. 
 Non descriverò quello che ho visto in quella settimana nell'ospedale di Jinotega facendo ogni giorno la spola tra la città ed il mio villaggio, bastano queste poche righe per cercare di trasmettervi le sensazioni che ho vissuto quei giorni.  Tra le varie esperienze di questi tre mesi con le brigade mediche questa e' stata quella che più mi ha colpito per le realtà che ho trovato di fronte a me e delle quali non si ha una vera percezione fin quando rimangono solo racconti di telegiornale, reportage o foto scattate in una mostra. Acquisiamo una consapevolezza maggiore di quello che vediamo con i nostri occhi. 

Verso la meta' di marzo, a più di meta' del mio viaggio,una brigada medica di miei connazionali e' arrivata a farmi compagnia in Nicaragua, nel mio villaggio di San Rafael. E' stato come risentirsi a casa. Loro di Sarno, Napoli, Battipaglia, Ercolano, Cava dei tirreni, Angri sono venuti per più di venti giorni a prestare il loro aiuto alla gente del luogo e delle comunita' vicine. Sarà che nonostante sia romana, le mie radici sono più del sud e dei dintorni di Napoli e di Torre del greco e grazie ai miei nonni un po' di questa cultura dal sapore di mare e dai colori vivaci mi e' entrata nelle vene. Premesso questo ritrovarmi accanto a loro e conoscerli e' stato per me un'arricchimento in più e la mia esperienza non poteva che finire cosi, nel migliore dei modi. Il loro aiuto come gruppo di medici specializzati in dermatologia, pneumologia, oculistica, odontoiatria e protesi dentaria, ha dato la possibilità alle persone del luogo di farsi visitare in modo piu specifico e professionale senza dover ricorrere a spese ingenti, che sicuramente non erano in grado di permettersi. Il servizio era praticamente gratuito tranne un piccolo contributo di sostegno e supporto di pochi cordoba per la clinica. Il lavoro e' stato sempre di squadra.
Ricordero' con immenso piacere quella sera, quando dopo una lunga giornata di lavoro, preparazione del pane per i frati e visita ad una piccola comunita' vicina a San Rafael mi ritrovai di nuovo alla clinica a mettere in ordine i tanti scatoloni pieni di medicinali finalmente sbloccati alla dogana dell'aeroporto di Managua dopo giorni e giorni di fermo ed ispezioni. Non sempre il lavoro e' facilitato, anzi sulla strada si trovano sempre diversi ostacoli perche' c'e' chi si oppone alla crescita del paese e agli aiuti esterni. Sembra quasi un'assurdita', ma purtroppo anche il volontariato e' ostacolato perche' anche qui si scatenano giochi di potere dove vengono minati gli interessi di chi e' piu' forte ed il potere ce l'ha. Questi meccanismi sono uguali dappertutto e sempre lo saranno. La storia di un paese con i suoi problemi si ripete anche negli altri. Finalmente pero' i medicinali erano arrivati e questo significava poter distribuirli a chi era già stato visitato ed utilizzarli nelle visite dei giorni seguenti. Quella sera preparammo sacchetti di medicinali per un gran numero di persone fino all'una di notte. La stanchezza c'era e si faceva sentire, ma il lavoro di squadra tutti insieme tra una battuta ed una risata rese tutto più leggero e piacevole. Non si stava curando ne operando nessuno, ma anche quest'operazione era importante e alla base del lavoro di volontariato che stavamo svolgendo. Ancora mi ricordo la mattina seguente, la fila di persone davanti alla porta che aspettava il suo sacchetto di medicine e come io e Gerardo ci destreggiavamo con il nostro spagnolo e correvamo da una stanza all'altra per soddisfare le richieste di tutti. Tanti sorrisi e "gracias" quella mattina... Questo bastava per ripagare la stanchezza della sera prima. I medicinali rimasti si trovano adesso nella clinica, nella piccola farmacia a basso costo di San Rafael. In quei giorni abbiamo prestato aiuto alle persone della Comunidad "la Concordia". Un piccolo paesino ben organizzato nella sua semplicità, dove per due giorni abbiamo visitato ed assistito gli abitanti del luogo e persone di villaggi e comunita'vicine. Una casa divisa da lenzuola come pareti e poltroncine e sofà come lettini da vesita. Una grande accoglienza, sorrisi di bimbi e persone che tornavano a casa contenti dopo la visita. Un pasto offerto da loro e poi di nuovo a lavorare nel pomeriggio. 
Non c'era niente di più bello che ritornare a casa la sera seduta nel cassone bianco del Land Rover con la luce del sole al tramonto ed il vento tra i capelli, canticchiando e ridendo con i miei amici dottori. 

I medici ed i volontari delle brigade mediche hanno fatto veramente la mia esperienza, lasciando dentro di me ogni volta qualcosa di importante: un ricordo, un sorriso, un momento particolare, un insegnamento... 

Ricordi, ricordi e ricordi... Uno dopo l'altro... Ne potrei raccontare tanti e diversi: ricordi allegri, tristi, deludenti,felici, che recano soddisfazione, che fanno riflettere, pensare, innervosire, crescere...ma tutti importanti e parte della mia splendida vita. Ruhi

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