... L'alba in un deserto...
... Lo scorcio di un fiume...
... La vista di un tramonto in un porto...
Chi è già stato in questa terra non avrà problemi a riconoscerla per la sua bellezza e per quel senso di malinconia che lascia dentro di se ad ogni viaggiatore che vi si sofferma.
Terra d'Africa dai colori caldi, dalla storia antichissima, per la quale numerosi racconti e leggende sono stati narrati.
Quando si arriva ci si sente un pò spaesati: una grande città, popolazione numerosa, inquinamento acustico e ambientale, traffico e polvere... l'impatto forse non è certo dei migliori, soprattutto quando il viaggio non è solo turistico ed in hotel lussuosi e confortevoli.
Viaggiare vivendo la città, la gente con le sue abitudini e passeggiare per i quartieri anche meno popolari, da una visione reale di quello che vi sto descrivendo.
Camminare per le strade, sentire rumori di motori accesi e clacson che echeggiano all'impazzata, facendo attenzione ad attraversare perchè qui per il semaforo rosso non sempre vale la regola che la macchina si fermi... l'odore di smog è forte.
Quando si entra in vie più interne - affollate di gente e negozi - i colori cambiano, i rumori delle auto si mischiano a quelli di un'allegra musica araba che fa ricordare le ballerine di danza del ventre e gli odori sono dei più vari ... non ce ne è uno in specifico, ma tanti, e per ognuno è possibile descrivere uan situazione tipica di questo paese.
Cammino e sento odore di cannella, peperoncino, cumino... vicino a me trovo un piccolo "dukkan (negozio) di spezie, tutte ben disposte nei loro forti colori dal rosso porpora al giallo ocra ed ordinate a forma di piramide. Impossibile resistere e non comprare qualcosa.
Cammino ancora e sento il cumino ed il profumo di carne arrivare al mio naso e al palato. Davanti a me c'è un venditore di kebab: carne di agnello o di pollo che gira verticalmente sullo spiedo, accompagnata da salse e spezie di vario tipo; poi odore di frittura... ma questa volta non sono solo le classiche patatine fritte ad accompagnare la carne, c'è una loro specialità , delle polpettine fritte di verdure, senza carne e con l' aggiunta di sesamo... si chiamano "felafel" e sono gustosissime. Provare per credere!!
Proseguendo, sento un profumo misto tabacco e frutta speziata. Al mio lato un "maqha" (come i café francesi) con tavolini rotondi in legno all'esterno e persone nel loro jillaba (simile ad un caftano) che discorrono del giorno fumando il narghilè. Questo è il luogo ideale per degustare un buon té verde.
Capita spesso di sentire il profumo del pane, senza lievito, sottile e di forma ovale... quello che noi chiamiamo "pane arabo" e compriamo dal fornaio e che loro invece vendono per strada, sui marciapiedi, a pochi centesimi.
A volte, svegliandosi la mattina si sente gridare " 'Aish"... Se non si conosce la lingua araba e le usanze del luogo, difficilmente si comprende il perchè di quell'espressione. Poi, basta affacciarsi dal balcone e notare una signora che, a fatica, spinge un carretto ricoperto di pane gridando a voce alta per richiamare l'attenzione di chi è intenzionato ad acquistarlo.
" khobz" è il pane in lingua araba... allora perchè questa espressione " 'Aish"?
La parola " 'Aish" significa "Vita" ed il pane è un alimento essenziale nella nostra quotidianeità. Ecco il collegamento tra queste due espressioni ed un'altra piccola curiosità svelata.
Infine ritorna alla mente un odore, misto cipolla fritta, lenticchie e ceci . Da un chioschetto non molto in lontananza si nota una piramide di pasta appena cotta e una pila di vaschette take away. Una vaschetta di pasta con ceci, lenticchie e cipolle fritte unite ad una salsa agrodolce o piccante, è un piatto tipico chiamato "Khoshari", economico, dal sapore speziato ed un pò particolare.
'Aish e Khoshari... basterebbero a sfamare la fame nel mondo.
Per ogni profumo evocato, una situazione tipica... Si forma così, nel nostro immaginario, un quadretto di questo paese e della vita nella sua principale città.
Misr è il suo nome in lingua araba... la sua capitale Al-Qa'hira...
Benvenuti in Egitto.
Ruhi