Nicaragua, tierra de las lagunas, de los lagos y de los volcanes.
Trovarsi di fronte ad una laguna, ad un lago talmente grande che sembra un mare, a vulcani ancora attivi dai quali si intravedono gas e fumi uscire è un grande spettacolo per i nostri occhi. La foresta tropicale poi arricchisce con un colore verde lussureggiante, con fiori di ogni tipo ed alberi secolari, simili al baobab.
Ho visto questo spettacolo in queste due settimane di viaggio per il Nicaragua, cercando di catturare il più possibile con la macchina fotografica per far conoscere anche a voi la meraviglia di cui vi parlo.
Primi due giorni di viaggio con la mia “famiglia spagnola” per un’escursione breve, stancante ma intensa.
Prima tappa del viaggio: una piccola sosta vicino ad un distributore di benzina per mangiare una fetta di cocomero tra le strade affollate del Nicaragua, in mezzo alla polvere, la sporcizia e negozi con musica assordante. Questo un po’ mi ricorda il Cairo e sicuramente anche alle mie amiche ed amici che mi leggono. Arriviamo al mirador Katarina da dove è possibile vedere la laguna de Apoyo , wow che spettacolo!! Non pensavo di trovarmi di fronte ad un posto del genere. Mi viene voglia di chiudere gli occhi, aprire le braccia e precipitarmi nel blu della laguna.
Il nostro viaggio però continua verso la nostra tappa finale: la Isla de Ometepe. Se riuscite a trovarla con Google Maps fa strano pensare che in quel puntino di terra immerso nel blu possa trovarmi io. Mi sembra veramente di essere su un'isola sperduta e lontana.
Arriviamo a Rivas dove possiamo prendere un ferry che in un’ora ci porta nell’isola. Il viaggio è lungo sono già le cinque di pomeriggio. Arriveremo nell’isola già quando sarà buio. Qui alle sei il sole tramonta. Dopo più di quattro ore in un piccolo autobus dove viaggiamo stretti come sardine, senza riuscire a poggiare la testa per dormire ci troviamo di fronte un lago agitato e ad un traghetto che solo a guardarlo rabbrividisce. Per fortuna ci avvisano che non è il nostro, in lontananza lo si intravede arrivare.
Mi ero dimenticata di quanto fosse bello prendere un traghetto e viaggiare per un’ora, proprio durante il tramonto del sole mentre ci avviciniamo sempre di più all’isola di Ometepe, la più grande al mondo in un lago d’acqua dolce. E’ l’unione di due vulcani - il più grande Concepcion - uniti tra loro da un istmo di terra. Uno spettacolo. Sull’isola non c’è molta gente, solo alcuni turisti come noi. Non riesco a vedere molto, l’energia elettrica qui scarseggia. Solo domani mattina al mio risveglio potrò dirvi in che luogo mi trovo. L’albergo ha delle amache dove è possibile distendersi, la mattina decido di fare colazione con pancakes , frutta e marmellata. Qui se non vuoi mangiare uova, riso e fagioli di prima mattina, puoi optare per questa colazione un po’ grassa ed energetica, ma sicuramente dolce!:)
Iniziamo il nostro tour alla velocità della luce, ma in poche ore riusciamo a vedere la parte più bella dell’isola. El Ojo de agua “occhio d’acqua” credo si chiami così perché è uno specchio d’acqua limpida, immerso nella foresta tropicale nel quale è possibile bagnarsi. Una piccola oasi rilassante.
Poi Charco Verte, un’altra oasi dove è possibile rilassarsi, andare in canora e prendere il sole oppure andare a passeggiare per sentieri e sperare di vedere qualche scimmietta J
Sarebbe perfetto rimare qualche giorno di più in quest’isola, ma il tempo è poco e riprendiamo il traghetto dirigendoci verso Granada… mi chiedo quante Granada esistano al mondo. Ce ne è una in Spagna, una a Managua ed una è anche un’isola caraibica.
Per ora ho avuto la fortuna di conoscere le prime due ed entrambe sono incantevoli. Sarà che la Granada spagnola ti lascia un qualcosa per i suoi giardini, il suo panorama e quella sensazione di sentirsi in un paese arabo all’interno del suo Alhambra; ma anche la Granada di Managua è speciale. Mi ricorda i reportage che spesso ho visto su Cuba con quelle case basse, dai forti colori accesi e al loro interno molto essenziali. Sembra una città rimasta al tempo del colonialismo per molti dei suoi edifici e per l’aria che si respira.
Siamo arrivati durante la Feria della Poesia e dei racconti così abbiamo trovato ad accoglierci una grande sfilata di ragazzi che ballavano musica tradizionale con i loro costumi dai colori sgargianti e mimavano racconti o poesie della loro tradizione popolare. Non potevo sperare in un’accoglienza migliore.
La migliore città vista fino ad oggi in Nicaragua, quando ormai è più di un mese che sono qui. A Granada sono ritornata per ben due volte ed ogni volta è un piacere passeggiare per questa città.
La vacanza con la famiglia medica spagnola, che per 15 giorni mi ha incluso nel suo team trattandomi sempre come una di loro, è finita quella sera in un super albergo di Managua vicino all’Aeroporto. Per una notte ho ritrovato i comfort della mia casa. In realtà la cosa che ho apprezzato di più è stata poter restare sotto l’acqua calda della doccia per una mezz’ora senza dover rabbrividire ed uscire solo dopo 5 secondi.
I giorni successivi sono rimasta a Managua e così è stato per più di una settimana. Una buona occasione per vedere ancora di più, andare a trovare una famiglia nicaraguense conosciuta sull’aereo e non per ultimo per colmare il vuoto che quei giorni intensi di lavoro, divertimento e affiatamento mi avevano lasciato. Non sarei riuscita a tornare subito a San Rafael del Norte , ancora dopo due settimane mi sembra così strano ritornare in alcuni luoghi che si erano popolati di tante persone e non trovare nessuno. Avevo bisogno del mio tempo per riprendere da sola la mia vita di tutti i giorni, proprio come era iniziata.
Così ho fatto. Se il primo giorno a Managua mi sembrava inutile e di poca bellezza, i giorni successivi invece furono una sorpresa ed una continua scoperta quotidiana. Ho avuto così la possibilità di conoscere Managua, una città “que no tiene corazon”, così la descrivono i suoi abitanti perché dopo il forte terremoto che la colpì, fu ricostruita in modo dislocato senza un centro, una piazza e strade centrali dove è possibile passeggiare. Per questo motivo Managua è divisa in diverse zone, tutte un po’ distanti l’una dall’altra e per spostarsi da un luogo ad un altro bisogna necessariamente avere una macchina o prendere un autobus. Qui gli autobus però sono come al Cairo, piccoli e pieni di gente che perfino si attacca alla parte posteriore per essere trasportata. Così ho optato sempre per il taxi anche per essere un po’ più indipendente e per avere la possibilità di chiacchierare un po’ con i tassisti. Se te li fai amici e gli racconti un po’ l’ esperienza che stai facendo , ti iniziano a raccontare di tutto e si dimostrano molto gentili. All’inizio ti guardano come una “celita” , quello che a me dicono per strada per la mia pelle bianca ed i capelli chiari; per loro sembro più un’americana che un’europea, poi però se inizi a parlare e si rendono conto che non ci sono barriere linguistiche allora anche loro si sciolgono e ti dimostrano tutta la loro accoglienza. A volte basta così poco, non essere introversi e parlare.
Un altro ostacolo per girare a Managua sono gli indirizzi… Pensate che sia così facile ottenere un indirizzo con il nome di una strada ed un numero civico? Bè qui non lo è. Dopo il terremoto le zone sono state ricostruite senza un vero e proprio piano di urbanificazione e senza i nomi di strade o vie. Solo l’antica cattedrale e la sua piazza conservano il nome. Così bisogna imparare a calcolare gli isolati, le distanze dal lago e a tener sempre presente molti punti di riferimento. Un indirizzo può essere per esempio “ dos cuadras al lago, tres arriba desde la estacion de la policia, 10 baras abajo”, per riassumervi in breve “due isolati dal lago, tre in giù… ecc” … vi dico solo che anche i Taxi e gli stessi Nica si sbagliano molto spesso. Però don’t worry non ci si perde!!:)
Non posso dire che sia una città incantevole anche perché non offre moltissimo però ho conosciuto molte persone che quotidianamente mi inviano messaggi ora che sono ritornata a San Rafael del Norte ed ho frequentato dei corsi così interessanti che anche questa città mi ha lasciato tanto.
Per vedere le bellezze del Nicaragua bisogna spingersi fuori Managua. Io ho esplorato un po’ i suoi dintorni visitando di nuovo Granada, Leon, il vulcano Masaya con la sua laguna, la sua città ed i mercati di artigianato. E ancora las Isletas di Granada, delle piccole isolette che si trovano nel lago di Granada e che è possibile vedere con una piccola escursione in barca. Il paradiso…. Sarei voluta rimanere almeno una settimana sopra una di queste piccole isolette. Purtroppo però qualcun altro si è già reso conto della loro bellezza ed alcune sono degli hotel, sicuramente in sintonia con l’ambiente e la vegetazione che li circonda, ma tanto cari anche per un europeo o un americano… Però ci si potrebbe passare solo una giornata, così come con pochi dollari si può trascorrere un giorno intero alla Laguna de Apoyo, l’unica laguna nei dintorni, nella quale è possibile bagnarsi. Questo è un altro piccolo paradiso, il mio desiderio è potermi svegliare uno o due giorni in questo piccolo hotel di legno fatto di capanne ed amache e poter fare colazione guardando la laguna. Chissà se prima di terminare questo viaggio leggerete di questo mio fantastico risveglio!!
In questa settimana ho riempito i miei polmoni con l’aria pura che si respira qui e attraverso i miei occhi ho catturato ogni angolo paradisiaco che ho avuto la fortuna di conoscere.
Sembra un Baobab...
Mirador Katarina... Laguna de Apoyo
Il luogo dei miei sogni... dove svegliarsi e fare colazione la mattina ( Laguna de Apoyo)